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La question la plus importante, pour ce qui est du droit coutumier, porte sur le point de savoir si l'acceptation, déjà acquise, de l'extension de l'autorité exclusive en matière d'aménagement des pêches jusqu'à 200 milles marins entraîne l'acceptation de l'autorité du pays côtier quant à l'adoption de mesures de protection produisant un effet sur la navigation dans la zone. Il ne semble guère que l'on parle en révolutionnaire en avançant que l'évolution d'une juridiction halieutique élargie devrait s'accompagner de l'autorité nécessaire pour assurer la protection des ressources biologiques soumises à cette juridiction. Simultanément, le droit acquis de liberté de navigation doit également être protégé contre toute interférence indue.
En vertu du droit coutumier, la liberté de la navigation n'a jamais été considérée comme absolue, alors même que sa protection a été largement reconnue comme constituant un intérêt important, voire vital, de tous les Etats. Le moyen traditionnel de concilier les intérêts des Etats côtiers et du pavillon reposait sur leur caractère raisonnable, sur un équilibre entre les intérêts en cause, et le fait que des restrictions étaient ou non admissibles était établi par référence à cet étalon. Au cours des siècles et jusque dans les temps les plus modernes, des limitations de la liberté de navigation ont été acceptées à mesure que de nouveaux intérêts exclusifs étaient admis. Une illustration récente de première importance, qui ne fait même pas lever un sourcil de nos jours, s'est produite lors de l'extension de l'autorité de l'Etat côtier sur la plate-forme continentale. Il était impossible de prendre les dispositions voulues pour l'exploration et l'exploitation du plateau en vertu du droit de contrôle de l'Etat côtier, à moins d'admettre certaines modifications de la liberté de navigation. De même, la Convention de 1958, sur la pêche et la conservation ainsi que l'extension ultérieure, modeste, des droits de pêche exclusifs, exigeaient que soient admis quelques légers accrocs à la liberté absolue de navigation.

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La questione più importante, per quanto riguarda il diritto consuetudinario, è se accettazione, già acquisite, l'estensione dell'autorità esclusiva per la gestione della pesca a 200 nautico implica l'accettazione dell'autorità del paese nell'adozione di misure di effetto di protezione sulla navigazione nella zona costiero. Ci sembra poco che stiamo parlando in rivoluzionario nel promuovere l'evoluzione della pesca estesa giurisdizione dovrebbe accompagnarsi l'autorità necessaria per assicurare la tutela delle risorse biologiche sotto questa giurisdizione. Allo stesso tempo, l'acquisito diritto alla libertà di navigazione deve essere protetti anche contro indebite interferenze.Nell'ambito del diritto consuetudinario, la libertà di navigazione non è mai stata considerata come assoluta, anche che tutela ampiamente è stato riconosciuto come costituente un importante, addirittura vitale, tutto l'interesse di Stati. Il modo tradizionale di conciliare gli interessi delle costiere degli Stati e bandiera è stato basato sul loro ragionevolezza, su un equilibrio tra gli interessi coinvolti e il fatto che erano restrizioni o ineleggibili è stato stabilito con riferimento a questo standard. Nel corso dei secoli e anche in tempi più moderni, limitazioni della libertà di navigazione sono stati accettati come nuovi interessi esclusivi sono stati ammessi. Una recente illustrazione di prima importanza, che non anche alzare un sopracciglio al giorno d'oggi, si è verificato durante l'estensione dell'autorità dello stato costiero sulla piattaforma continentale. Era impossibile prendere accordi per l'esplorazione e lo sfruttamento della mensola sotto il diritto di controllo dello stato costiero, a meno che essi accettare alcuni emendamenti alla libertà di navigazione. Analogamente, il 1958 convenzione, pesca e la conservazione e l'estensione più tardi, modesta, i diritti esclusivi di pesca hanno richiesto che ha ammesso qualche lieve singhiozzo in assoluta libertà di navigazione.

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La domanda più importante, in termini di diritto consuetudinario, riguarda la questione se l'accettazione, già stabilito, l'estensione della competenza esclusiva per la gestione della pesca a 200 miglia nautiche comporta l'accettazione dell'autorità del paese costiero nell'adozione di misure di salvaguardia di effetto sulla navigazione nella zona. C'è poco che si parla rivoluzionario suggerendo che l'evoluzione di una giurisdizione allargata di pesca deve essere accompagnata da l'autorità per garantire la protezione delle risorse biologiche soggette a tale giurisdizione. Contemporaneamente, il diritto acquisito di libertà di navigazione deve essere protetto da indebite interferenze.
In base al diritto consuetudinario, la libertà di navigazione non è mai stata considerata in assoluto, anche se la sua protezione è stato ampiamente riconosciuto che costituisca uno interesse materiale, addirittura vitale, per tutti gli Stati. Il modo tradizionale di conciliare gli interessi degli Stati costieri e di bandiera sulla base di ragionevolezza, su un equilibrio fra gli interessi in gioco, e il fatto che le restrizioni erano o non erano eleggibili sono stati stabiliti in base a questo standard. Nel corso dei secoli e anche in tempi più moderni, le limitazioni della libertà di navigazione sono stati accettati come nuovi interessi esclusivi sono stati ammessi. Un recente esempio di primaria importanza, che non ha nemmeno alzare un sopracciglio oggi si è verificato durante l'estensione dell'autorità dello Stato costiero sulla piattaforma continentale. Era impossibile organizzare l'esplorazione e lo sfruttamento della piastra sotto il controllo dello stato costiero di diritto, a meno che non si ammette emendamenti alla libertà di navigazione. Allo stesso modo, la Convenzione 1958 sulla pesca e sulla conservazione e l'estensione successiva, modesti, diritti di pesca esclusivi, chiedendo che sono ammessi alcuni strappi minori l'assoluta libertà di navigazione.

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La questione più importante, per questo, di un diritto consuetudinario, porta sul punto se l'accettazione, già acquisita, dell'estensione della competenza esclusiva rispetto alla gestione delle attività di pesca fino a 200 miglia nautiche porta alla accettazione dell'autorità del paese costiero per quanto riguarda l'adozione di misure di salvaguardia con un effetto di navigazione nella zona.Sembra quasi che stiamo parlando di un rivoluzionario, sostenendo che l'evoluzione di una giurisdizione estesa la pesca dovrebbe essere accompagnata da l'autorità necessaria per garantire la tutela delle risorse biologiche soggette a tale giurisdizione. Contemporaneamente, il diritto acquisito di libertà di navigazione deve inoltre essere protetto contro qualsiasi interferenza indebita.
Sotto diritto consuetudinario;La libertà di navigazione è mai stato considerato come assoluto, come anche la sua protezione è stata ampiamente riconosciuta come un importante interesse, anzi, essenziale per tutti gli Stati. I tradizionali mezzi di conciliare gli interessi degli Stati costieri e il tetto era sulla base della loro ragionevolezza, su un equilibrio tra gli interessi in gioco,E il fatto che non vi sono restrizioni e non ammissibili è stato stabilito in riferimento a questo standard. Nel corso dei secoli e fino al momento in cui il più moderno, le limitazioni della libertà di navigazione sono stati accettati come nuovi interessi esclusivi sono stati ammessi. Un esempio recente di prima importanza, ma non è nemmeno alzare un sopracciglio dei nostri giorni,Si è verificato durante l'espansione dell'autorità dello Stato costiero sulla piattaforma continentale. Era impossibile prendere le disposizioni necessarie per l'esplorazione e lo sfruttamento del vassoio sotto il diritto di controllo dello Stato costiero, almeno di ammettere determinate modifiche della libertà di navigazione. Analogamente, la Convenzione del 1958,Sulla pesca e la conservazione, nonché la successiva estensione, modesto, del diritto esclusivo di pesca, hanno chiesto che siano ammessi a pochi incidenti con l'assoluta libertà di navigazione.